Si tratta di un impianto per la produzione di energia da fotovoltaico dotato di un nuovo sistema per lo stoccaggio ed immagazzinamento dell’energia in grado di garantire la massima efficienza nell’utilizzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.
In questo modo si adatta alle diverse esigenze di carico della rete elettrica e ne e consentendo significativi risultati sul fronte della riduzione delle emissioni di CO2.
L’isola energetica prodotta dalla FIAMM rientra nei nuovi progetti di ricerca e sviluppo tecnologico che la società vicentina ha sviluppato lanciato nell’ambito delle tecnologie green e in particolare modo delle energie rinnovabili.
Grazie alle forti sinergie del gruppo, FIAMM ha realizzato al suo interno una struttura dedicata alla fornitura di soluzioni per piccole isole di energia e per grandi storage, in grado di seguire in maniera completa e professionale sia progetti chiavi in mano che consulenze in quest’ambito (pensate all’utilizzo che si può fare di queste isole tecnologiche in ambiti remoti come l’ Africa o luoghi dove portare energia è molto difficile come le baite di montagna).
L’impianto realizzato ad Almisano (una piccola frazione del comune di Lonigo in provincia di Vicenza), già operativo, dalla scorsa settimana può vantare una prima assoluta a livello nazionale, qui infatti FIAMM ha inaugurato un impianto per la produzione di energia fotovoltaica dotato di un sofisticato sistema per lo stoccaggio dell’energia, chiamato Energy Island.
Un impianto solare da 181 kW e una produzione annua di 20 MWh (l’equivalente al consumo di 45-50 famiglie) capace di erogare in modo costante alla rete elettrica l’energia prodotta indipendentemente dall’ora del giorno; direte come è possibile, se il sole dopo una certa ora scende e non è più disponibile?
Questa isola energetica, prima del suo genere in Italia e tra le prime in Europa, si avvale di un innovativo sistema di batterie al sale (più precisamente al sodio cloruro di nickel), tecnologia per l’accumulo di energia che permette di raggiungere dimensioni e capacità nettamente superiori rispetto ai prodotti a base di piombo presenti oggi sul mercato.
Le batterie dell’impianto di Almisano hanno una capacità di immagazzinamento di circa 230 kWh al giorno, ovvero circa il 40% (considerando un ciclo giornaliero) della produzione dei 1150 mq di moduli fotovoltaici.
Ci ha pensato Stefano Dolcetta, AD di FIAMMA a spiegare il funzionamento e i vantaggi rispetto alle batterie di piombo e quelle agli ioni di litio, con queste parole: gli accumulatori al litio “stanno ai motori a benzina come le batterie al sale stanno al diesel: queste ultime hanno meno potenza ma più capacità a parità d’ingombro. Peraltro, la tecnologia al litio presenta ancora diversi problemi nell’impiego per la trazione elettrica, come il funzionamento in un range di temperature ristretto tra 0 e 40°C.
Inoltre, i costi delle materie prime incidono per oltre il 70% contro il 40% circa delle batterie al sale: c’è, dunque, molto più margine per un progressivo calo dei prezzi a seguito di più elevate economie di scala”.
FIAMM quando ha costruito questo impianto si è posta questi obiettivi:
- Costruire il primo impianto in Italia ad energia rinnovabile, tra i primi in Europa, dotato di un’appropriata capacità di storage (chiamata isola energetica)
- Collegato alla rete dello stabilimento produttivo e quindi alla rete elettrica, con una potenza di picco 180 kw, 200000 kwh anno
- Con capacità di immagazzinamento di circa 230 kwh al giorno cioè 85000 kwh/anno = 40% della produzione (considerando un ciclo giornaliero)
- Che mira ad avere gli incentivi per la corretta previsione della produzione del giorno dopo= +20% dell’incentivo base (per impianti tra 200 KW e 10 MW) per almeno 300 giorni anno.
Attendibilità ottenuta con un mix tra previsione del tempo finissima e storage. L’incentivo aggiuntivo equivale a circa 15-20.000 euro anno (che verrà probabilmente riproposto e che comunque risponde ad un bisogno reale) - 4500 mq di spazio occupato 1150 mq di pannelli
- Investimento 600k euro pannelli inverter ecc. + storage 350k di cui 150k a fini demo
- L’impianto produce oltre il doppio di quanto consumato dal polo logistico
- Si evitano 106 tonnellate /anno di emissioni di CO2
- Il valore aggiunto equivale a 8/9 persone impiegate per un anno (se in Italia se ne installassero mille si creerebbero circa 8.000 posti di lavoro per un anno)
- Si evita l’impatto ambientale derivante dalla costruzione di nuove centrali
Non solo, se non si fosse in grado di gestire i picchi tra produzione e consumo di energia elettrica, visto il carattere fondamentale che la corrente elettrica ricopre sempre più rispetto alle attività umane, ci troveremmo nella necessità di strutturare la rete produttiva e distributiva per affrontare i momenti peggiori (picco negativo di disponibilità e picco positivo di consumo) con effetto negativo sia per gli investimenti necessari, sia per l’impatto ambientale di nuove centrali e strutture trasmissive.
Quindi ben vengano i progetti come quello di FIAMM, voi cosa ne pensate?