Il lancio, avvenuto con un razzo Soyuz dalla base russa di Baikonur in Kazakhstan, segna di fatto l’inizio della fase di “collaudo” di uno dei più ambiziosi progetti europei: mentre Giove A, lanciato il 28 dicembre 2005 ha avuto essenzialmente il compito di occupare la posizione orbitale e bloccare le frequenze, con Giove B si inizia a fare sul serio.
Tranne che per la vita operativa, che sarà di soli due anni, Giove B è identico ad ognuno dei 30 satelliti della costellazione e dovrà dimostrare il buon funzionamento e la correttezza delle scelte tecnologiche fatte finora.
Tra queste c’è l’orologio atomico più preciso mai lanciato nello spazio, con un margine di errore di un secondo ogni tre milioni di anni, in grado di fornire il riferimento temporale che alcuni nel settore chiamano già “ora Galileo”.
Made in Italy in primo piano
I dati dei satelliti Giove A e B (e in futuro dell’intera costellazione) vengono ricevuti dalle grandi antenne del centro spaziale italiano del Fucino, dov’è in costruzione una delle stazioni di controllo gestita da Telespazio (società controllata da Finmeccanica e dalla francese Thales).
L’altro centro è a Oberpfaffenhofen vicino a Monaco in Germania.
L’Italia è il secondo investitore a livello europeo in Galileo e gioca un ruolo di primo piano non solo nella gestione del sistema ma anche nella costruzione dei satelliti, affidata ad un consorzio di industrie europee guidato dalla tedesca Astrium e con Thales Alenia Space (società controllata da Thales e Finmeccanica) come primo subcontraente per l’assemblaggio, l’integrazione e i test.
Un’altra azienda italiana, la Selex Galileo (Gruppo Finmeccanica), ha realizzato il sofisticato orologio atomico.
Via libera di Bruxelles
Nonostante il programma di lancio di Giove B e il calendario delle sedute al parlamento di Bruxelles non fossero sincronizzati, a pochi giorni dal lancio è arrivato l’atteso via libera del Parlamento europeo.
A larghissima maggioranza (607 voti favorevoli, 36 contrari e 8 astensioni) mercoledì 23 aprile è stato approvato il regolamento che permetterà di completare il sistema di navigazione dopo il fallimento dei negoziati sul contratto di concessione che avrebbe dovuto affidare ai privati la gestione di Galileo.
Il progetto sarà quindi finanziato con denaro pubblico: 3,4 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, per costruire la prima infrastruttura mondiale di radionavigazione e posizionamento via satellite nata e gestita in ambito civile.
Lo statunitense Gps e il meno conosciuto Glonass russo sono infatti stati realizzati e vengono tuttora gestiti dai militari, anche se i loro segnali sono stati “aperti” all’uso civile.
La costellazione voluta dall’Agenzia Spaziale Europea e dalla Commissione Europea potrà essere utilizzata per:
- offrire un servizio aperto e gratuito per fornire informazioni di posizionamento e sincronizzazione e destinato ad applicazioni di navigazione satellitare di massa. Il segnale utilizzato dai futuri navigatori da auto che dovrebbero essere ancora più precisi.
- offrire un servizio per la sicurezza della vita umana destinato agli utilizzatori per i quali la sicurezza è essenziale;
- offrire un servizio commerciale ai fini dello sviluppo di applicazioni a scopi professionali o commerciali attraverso prestazioni potenziate e dati con un valore aggiunto superiore rispetto a quelli forniti dal servizio aperto;
- offrire un servizio pubblico regolamentato riservato unicamente agli utilizzatori autorizzati dai governi per applicazioni sensibili che richiedono una grande continuità di servizio. Il servizio pubblico regolamentato utilizza segnali criptati e resistenti;
- partecipare al servizio di ricerca e salvataggio (Search and Rescue Support Service o Sar) del sistema Cospas-Sarsat rilevando i segnali di emergenza prodotti da radiofari e rinviando dei messaggi a questi ultimi.
I servizi a pagamento di Galileo serviranno per compensare, in tutto o in parte, gli investimenti approvati e dai flussi di cassa si potrà valutare il successo del programma.
Ma di questo si comincerà a discutere dopo il 2013.