In tutta Europa, ma non in Italia.
Il nostro paese rimarrà un porto franco per i produttori di queste lampade tradizionali e decisamente inquinanti.
Il disegno di legge 1195 se da un lato prevede incentivi per le fonti rinnovabili dall’altro fa un ribaltone per quanto riguarda la vendita e la distribuzione di lampade incandescenti ed elettrodomestici di classe inferiore ad A che secondo la finanziaria 2008 sarebbero stati invece vietati a partire da gennaio 2010.
«Colpo duro anche alla nostra industria, specializzata negli elettrodomestici di ultima generazione», fa notare il senatore Roberto Della Seta, capogruppo Pd in commissione ambiente, e il Wwf denuncia: colpo basso alla riduzione di Co2.
Basti pensare che cambiando 5 lampadine da 100W a incandescenza con altrettante a basso consumo in un anno si risparmiano 175 kg di Co2.
Un colpo basso, un tiro mancino, un tradimento. È stato definito in molti modi. In ogni caso, è un cambio di rotta.
Il governo ha deciso di depennare quanto stabilito dalla Finanziaria 2008 e continuare a far vendere in Italia lampadine e frigoriferi a bassa efficienza energetica.
Il provvedimento ora è alla Camera ma le indicazioni raccolte a Montecitorio non fanno ben sperare.
Una sconfitta per l’ambiente e per le nostre tasche: sostituire 5 lampadine incandescenti con quelle a basso consumo fa risparmiare in un anno 175 kg di Co2 e 53 euro.
Stesso discorso per i frigoriferi: uno di classe A++ (tra l’altro detraibile dalle tasse) fa spendere in elettricità meno di 34 euro l’anno. Il “cugino” di classe C fa schizzare la bolletta a 92 euro.
«Facciamo il contrario di quanto accade nella Ue – lamenta Patrizia Fantilli, responsabile ufficio legale del Wwf – mentre tutto il mondo va verso la Green economy, noi lodiamo le iniziative di Obama ma senza seguirne l’esempio».
L’Europa appunto ha studiato un piano per far fuoriuscire dal mercato tv, frigo e lavatrici spreconi: l’ora x scatterà l’estate del 2010.
Così facendo si potrebbe tagliare dalla bolletta energetica dei 27 Paesi l’equivalente del consumo in un anno di elettricità di Lettonia e Portogallo insieme.
Ma anche su questo l’Italia ha deciso di ballare da sola.