Un prodotto, per essere “per tutti”, deve essere immesso sul mercato in modo da essere utilizzato da ogni tipo di utente, con le minime limitazioni possibili.
Così ad esempio i generi alimentari, che ognuno di noi ha la possibilità di cucinare o mangiare così come sono, o piuttosto un’automobile, la cui unica limitazione all’uso è aver conseguito la patente di guida.
Purtroppo questo genere di ragionamento non si può fare con i prodotti tecnologici, o comunque non con tutti quelli presenti sugli scaffali dei negozi.
Troppi sono ancora quelli compatibili solo con Windows, escludendo di fatto l’utenza Mac o Linux. E’ facile recarsi in un negozio e verificare di persona i requisiti di sistema di un oggetto qualsiasi.
Minimum system requirements: Windows XP or Vista.
Ecco cosa si leggerà sulle confezioni del 99% dei prodotti a scaffale, costringendo il negoziante a dedicare agli utenti Apple una zona apposita, in modo da non farli impazzire durante la ricerca.
E questi ultimi sono da considerarsi anche i più fortunati, dato che per chi usa Linux, ad esempio, le speranze di trovare un qualcosa di utilizzabile da loro si riducono allo 0,5%… In un mondo perfetto l’area degli accessori compatibili Apple non dovrebbe esistere, o comunque dovrebbe avere la stessa estensione di quella Microsoft o Linux.
Poi magari il tale scanner o la tale webcam funzioneranno lo stesso su sistemi non-Windows, ma solo dopo una (spesso) lunga ricerca dei drivers sul web.
Tutto questo limita moltissimo la diffusione di sistemi operativi alternativi al colosso Microsoft, dato che ovviamente molte persone temono ancora di non trovare prodotti compatibili.
Per limitare i danni, Apple stessa fornisce il software Boot camp di serie nelle proprie macchine, in modo tale da permettere l’installazione in parallelo di Windows sui computer della Mela.
Per fortuna le cose stanno lentamente cambiando con la diffusione sempre crescente di Mac (complice involontario anche il pessimo Vista, odiato praticamente da tutti…).
Sta di fatto che per cambiare le cose e far felici tutti basterebbero poche righe di codice in più nel cd dei software di ogni prodotto.
Perché rendere disponibili i drivers per Linux o Mac OS sul proprio sito e non scriverlo sulla confezione?
E’ naturale che così, non raggiungendo tutto il mercato, si vende meno.
Per logica una qualsiasi azienda esiste per fatturare, dov’è quindi la convenienza di escludere una fetta consistente di utenti?
Un cliente mi ha detto: “…Magari i prodotti che non vendono a chi non usa Windows glieli ripaga Microsoft…”.
Non voglio arrivare a pensare a questo (anche se in guerra tutto è permesso), ma ad ogni modo a stare con i più forti son buoni tutti. Forse, cari produttori, è ora di fare la differenza.