SSD Samsung 840 e 840 PRO, Punto di Svolta per gli SSD
Samsung si è fatta strada molto lentamente nel campo degli SSD, i primi dischi che ha prodotto (la serie 470) erano assolutamente inadeguati rispetto la concorrenza (tagli di memoria piccoli e interfaccia SATA 2) e sono stati quasi completamente ignorati da utenti e produttori.
Ma non ha mollato, ha continuato, realizzando SSD OEM destinati a far parte della dotazione di serie di alcuni computer (tra cui i vecchi MacBook Air) e poi nel 2011 ha svoltato, realizzato un prodotto degno di essere chiamato SSD: la serie 830.
Con la serie 830 ha portato una svolta nel campo consumer per gli SSD, oltre ad essere stata una serie tra le più vendute ed apprezzate, ha aumentato la competitività su un mercato che fino a quel momento era dominato da Intel che da sola faceva il bello e il cattivo tempo (anche a al livello dei prezzi).
Conscia di questo successo nel 2012 ha presentato una nuova serie di dischi SSD, figli della naturale evoluzione della serie 830: la serie 840.
In questo caso però Samsung ha voluto ancora di più differenziare l’offerta per i diversi tipi di utenti (e quindi anche nel prezzo) creando 2 serie: la 840 e la 840 Pro.
Alla base di queste due famiglie di SSD c’è un controller ARM Cortex R4 a 3 core (300 MHz) e 8 canali chiamato MDX e la memoria NAND Flash che Samsung ha realizzato con un processo produttivo a 21 nm.
Nel Samsung SSD 840 ha usato memoria TLC (3 bit per cella) mentre nel SSD Samsung 840 PRO troviamo memoria MLC (2 bit per cella), l’ interfaccia è di tipo Toggle NAND 2.0 a 400 Mbps e questo è sicuramente un passo avanti rispetto alla Toggle 1.0 impiegata nella serie 830.
Anche per quanto riguarda la cache DDR2 abbiamo un incremento fino a 512 MB (di tipo LPDDR2-1066), mentre la serie 830 poteva contare su 256 MB LPDDR2-800.
L’interfaccia rimane la stessa della serie 830 (quella SATA 6 Gbps), ma entrambe le nuove serie guadagnano la codifica hardware AES a 256 bit e un migliore algoritmo per la gestione dei segnali.
Nel caso della serie SSD Samsung 840 Pro abbiamo delle velocità in lettura e scrittura sequenziale rispettivamente pari a 540 e 520 MB/s mentre in lettura/scrittura casuale toccano 100.000 e 90.000 IOPS con queue depth 32.
Con queue depth pari a uno, i dati scendono a 9900 e 31.000 IOPS rispettivamente per lettura e scrittura.
Il firmware dell’SSD 840 Pro è stato ottimizzato per sopportare carichi elevati, l’unità è disponibile sia in configurazione standard che bulk (senza accessori) con 5 anni di garanzia inclusa.
La serie 840 è invece dedicata al grande pubblico, e offre prestazioni leggermente inferiori rispetto alla gamma Pro, ma comunque elevate.
Si parla di velocità casuali (per il modello da 500 GB) – con QD 32 di 98.000 e 70.000 IOPS (lettura/scrittura), che scendono a 7900 e 29000 con QD 1.
Le prestazioni sequenziali sono 540 e 330 MB/s rispettivamente in lettura e scrittura, inoltre la presenza dell’ over-provisioning (non è altro che uno spazio non allocato che serve a garantire un numero di celle sostituibili a quelle che raggiungono il loro ciclo di scrittura, cosi da permettere una maggior durata nel tempo dello stesso ssd) permette al modello 840 di offrire prestazioni più elevate nel corso del tempo rispetto all’840 Pro.
In conclusione i nuovi SSD Samsung 840, puntano a conquistare i consumatori con prestazioni elevate, consumi ridotti e prezzi per tutti i portafogli, infatti si parte dai dagli 85€ per Samsung 840 da 120,fino ad arrivare ai 410€ per il modello SSD 840 PRO da 512 GB.
Adesso sta a voi scegliere quale comprare, io ho optato per il mio nuovo portatile per il modello 840 da 250 GBe devo dire che è veramente tutto un altro mondo rispetto agli hard-disk tradizionali: avvio e spegnimento del sistema in 10-12 secondi, apertura istantanea dei programmi e una reattività del sistema che nemmeno si riesce ad immaginare se si è abituati ai classici hard-disk.
Per chi ha la possibilità dopo aver aggiornato la RAM per portarla al massimo della capacità che può supportare la scheda madre, il successivo passo è quello di aggiungere un SSD al sistema.