Steve Jobs si dimette da amministratore delegato della Apple
Il papà di tutti i grandi successi di Apple lascia ogni impegno operativo alla Apple e lascia il suo posto a Tim Cook.
Dopo la lettera del 17 Gennaio in cui Jobs comunicava ai proprio dipendenti di aver preso un congedo per malattia a tempo indeterminato, ieri sera alle 18.30 di New York (nella notte in Italia ), a mercati azionari chiusi è arrivata la notizia del definitivo abbandono della carica di Amministratore delegato di Steve Jobs.
In un’accorata lettera agli azionisti e ai dipendenti, Jobs ha motivato le dimissioni con il suo stato di salute: «Ho sempre detto che sarebbe venuto il giorno in cui non avrei più potuto rispettare i miei impegni come Ceo di Apple.
Sfortunatamente quel giorno è arrivato» ha scritto il fondatore della società di Cupertino.
«Credo che i più brillanti e innovativi giorni di Apple siano davanti a noi e io guardo avanti per contribuire al successo in un nuovo ruolo».
La storia di Jobs si identifica con almeno due ondate di rivoluzioni tecnologiche partite dalla Silicon Valley.
Nel 1976, nel garage dei genitori, insieme al socio (e geniale hacker dell’hardware) Steve Wozniak, fonda Apple Computer ed inizia dal prodotto-simbolo di nuova era tecnologica: il personal computer.
Ha intuizioni geniali, ma è schiacciato dai tanti giganti del settore come IBM e HP.
Ci sarà anche un divorzio dalla Apple ed un lungo “esilio” in cui Jobs si dedicherà alla creazione di Pixar (cinema d’animazione) ed infine il ritorno nel ruolo del “salvatore” dell’azienda.
Infatti in questo periodo mette a segno i trionfi più significativi, ogni volta, i suoi avversari diranno di lui che non inventa nulla di nuovo, però trasformando prodotti e idee già esistenti, li lancia sul mercato in una “veste” che li rende rivoluzionari, come l‘iPod che insieme al negozio digitale iTunes trasforma il nostro modo di consumare ed ascoltare la musica.
Poi viene l’iPhone, un vero terremoto nel mercato degli SmartPhone ed infine l’iPad, il lettore digitale che dischiude una nuova era nel modo di leggere e consultare l’informazione.
Il testo integrale della lettera:
I have always said if there ever came a day when I could no longer meet my duties and expectations as Apple’s CEO, I would be the first to let you know. Unfortunately, that day has come.
I hereby resign as CEO of Apple. I would like to serve, if the Board sees fit, as Chairman of the Board, director and Apple employee.
As far as my successor goes, I strongly recommend that we execute our succession plan and name Tim Cook as CEO of Apple.
I believe Apple’s brightest and most innovative days are ahead of it. And I look forward to watching and contributing to its success in a new role.
I have made some of the best friends of my life at Apple, and I thank you all for the many years of being able to work alongside you.
Steve
TRADUZIONE:
«Al consiglio di amministrazione di Apple e alla comunità Apple: Ho sempre detto che se mai fosse venuto un giorno in cui non avrei più potuto svolgere i miei doveri e compiti come amministratore delegato di Apple, sarei stato il primo a farvelo sapere.
Purtroppo, quel giorno è arrivato.
Con la presente mi dimetto da amministratore delegato di Apple.
Vorrei servire, se il consiglio lo riterrà, come presidente e membro del consiglio, e dipendente Apple.
Per quanto riguarda il mio successore, raccomando decisamente che eseguiamo il nostro piano di successione e nominiamo Tim Cook amministratore delegato di Apple.
Ritengo che i giorni più brillanti e innovativi di Apple le siano davanti.
E aspetto con ansia di vederli, e di contribuire al suo successo in un nuovo ruolo. Ho incontrato alcuni dei migliori amici della mia vita ad Apple, e vi ringrazio per i molti anni in cui ho potuto lavorare al vostro fianco.
IL SUCCESSORE: Tim Cook, 50 anni, guida l’azienda di Cupertino da quando Steve Jobs si è ammalato nel 2004 e tranne qualche rara apparizione per presentare i nuovi prodotti ha sempre delegato al suo braccio destro ogni ruolo operativo.
Il nuovo capo di Apple (che fa parte anche del consiglio di amministrazione della Nike), è entrato in azienda nel marzo del 1998, conquistandosi subito la fiducia di Jobs.
Appena arrivato a Cupertino, ha rivoluzionato tutto il settore della produzione e della distribuzione, affidando a terzi molte attività e chiudendo molte fabbriche del gruppo, contribuendo a un notevole aumento dei profitti contribuendo in modo significativo al rilancio dell’azienda.